torna a Serata  narr. poesia teatro 2013

 

 

 

I battiti ritrovati

 

Quel giorno Amicizia si sentiva particolarmente bene. Aveva deciso di mettere il suo vestito migliore, di indossare il suo sorriso più bello. Quel giorno non avrebbe fatto niente di particolare, sarebbe andata a fare un giro per le strade che vedeva ormai da secoli e che non la annoiavano mai. Quelle  strade raccontavano ogni volta storie diverse e di vite diverse, e lei si sentiva suo agio in mezzo a questo vortice. Amicizia iniziò ad incamminarsi mentre si guardava intorno. Era proprio tutto diverso dal giorno prima. Si ricordò di aver visto bambini piangere, uomini in giacca e cravatta preoccupati solo della loro valigetta personale, donne impaurite, donne troppo spavalde, cani abbandonati. Quel giorno, invece, sembrava di essere arrivati in un altro mondo. Le famiglie erano felici, si tenevano per mano, ridevano, erano complici. Questo  reso allegra anche lei, che iniziò a saltellare per le vie della città. Non sapeva ancora per bene il motivo, ma riusciva a sentire tutte le voci delle persone, ma nessuno sentiva la sua. Solo i suoi amici ci riuscirono. Uno di questi era Amore che era un po’ l’idolo assoluto di amicizia. Dove passava lui, le rose tornavano a sbocciare le nuvole sparivano, le persone cambiavano in meglio. Amicizia voleva essere come lui. Passavano molti giorni insieme, parlavano molto e sembrava che niente potesse dividerli.

Con questo bel pensiero in testa Amicizia si spinse fino alle periferie della città, dove quasi nessuno andava per paura di incontrare Odio e la banda di scagnozzi. Stava canticchiando la sua canzone preferita quando gli sembrò di vederlo da lontano e si rintanò in un vicolo dietro un bidone di spazzatura, dove nessuno poteva vederla.

Si rese conto quasi subito di non essere sola. Alcune voci provenivano dal fondo del vicolo.

- Amore, non ti si riconosce più. Non capisco come fai a girare ancora con quella. È strana, ma non la vedi? Sembra che sia sempre in un mondo tutto suo.

- E dai, Invidia, come sei esagerata. Se la conoscessi, ti ricrederesti, non è così male

- Non è così male? Forse non ti sei accorto, ma lei ti sta vicino solamente perché vuole imparare ad essere come te.

- Dici sul serio?

- Certo. Andiamo, Amore, lo sai che sei il leader tra noi. È ovvio che lei aspiri alla tua posizione.

- Sai , adesso che me lo fai notare, hai ragione. Che stupido che sono stato a fidarmi di lei. È una buona a nulla. Vorrei vedere dove sarebbe ora senza d ime.

Amicizia sentì che qualcosa dentro di sé  si era rotto. Amore era il suo migliore amico. Come poteva dire una cosa del genere? Un fuoco la pervase da dentro e decise di uscire allo scoperto. Si incamminò nel vicolo fino ad essere ad una distanza ravvicinata dai due. Quando Amore se ne accorse diventò pallido come un fantasma. Invidia inizio a singhiozzare beffarda, godendosi il momento.

- Come fai a dire questo? Come? Dopo  tutto questo passato insieme, dopo tutto ciò che abbiamo condiviso, come puoi affermare una cosa simile?

- Amicizia, andiamo … sai bene che non intendevo … insomma, era per fare due risate, tutto qui.

Lo stava facendo di nuovo. Ecco perché Amore era il leader. Non era la prima volta che si creavano malintesi all’interno del gruppo e, da sempre, Amore si era distinto come colui che riusciva sempre a riappacificare tutti. Anche le persone, quando litigavano, facevano affidamento su di lui. E lui, puntualmente, risolveva le cose. “In nome dell’Amore”, diceva.

Ed era questo che stava facendo anche in quell’occasione. Ma Amicizia era ben determinata.

- No , non era per fare due risate. Vuoi sapere cosa penso io di te? Vuoi la verità. La verità è io ti voglio bene, Amore. Sei un amico fantastico. Insieme abbiamo fatto grandi cose, sai meglio di me quante persone abbiamo aiutato. Se questa città vive giorni sereni, e in gran parte merito nostro. Ma  tu non conosci il concetto di noi. Ed è paradossale, me ne rendo conto il fatto è che tu crei il concetto di noi, ma poi non lo sai spiegare cosa  siamo io e te? Amore cercò le parole dentro di sé, ma non riuscì a trovare una risposta in quel momento, amicizia aveva raggiunto l’apice della sua già grande potenza.

- te lo dico io, cosa siamo. Siamo amici. E fra amici non ci si comporta così. Quante volte mi hai vista lavorare? Dovresti saperlo, cosa succede quando arrivo io. Le persone si aprono, iniziano a parlare con le altre, si sfogano, si ascoltano, si tendono una mano, condividono esperienze.  E adesso rifletti, non è forse questo ciò che abbiamo fatto anche noi?

Amore rimase in silenzio e cominciò a riflettere. Effettivamente Amicizia aveva ragione. Eppure quella parola amici, gli suonava nuova. Non riusciva a dare un significato a quel termine, non riusciva a nemmeno a memorizzarlo nella sua mente.

- Amicizia, ti giuro che sto provando. Sto riflettendo. E si, è vero è quello che abbiamo fatto anche noi,. Ma io non capisco cosa ti stia dicendo: quella parola, amici, ma da dove ti è venuta? Era chiaro che qualcosa non andava. Amicizia si ritrasse contro il muro, si appoggiò ad essa e inizio a respirare lentamente. Con le persone era molto meno difficile. In genere, quanto sentiva qualcuno aveva bisogno di lei, le bastava molto poco. Entrava dentro il corpo della persona in questione, faceva un giro, si soffermava un po’ a parlare col cuore,  poi usciva. Quel cuore cambiava per sempre dopo la sua visita. Era un cuore nuovo, un cuore che aveva una ragione per battere.

Portò istintivamente una mano sul suo batteva forte, fortissimo. Poi senza dire niente, si avvicinò Amicizia lo guardò e gli sorrise.

-.Chiudi gli occhi, non sentirai niente.

Amore rimase perplesso, ma decise di ascoltarla. Chiuse gli occhi e, a quel punto, Amicizia si fece piccola piccola ed entrò dentro di lui. Camminò vicino alle vene e alle arterie, finché non si vide che una di questa era più grande e capì di essere nella giusta strada. La seguì ed arrivo finalmente al cuore. – Salve! Lo salutò allegramente.

- Oh, salve gentile passante! Posso esserle utile?

- Veramante, avrei bisogno di parlare con lei. Io sono amicizia, un’amica di Amore

- Amica? Vuoi dire, fidanzata? Compagna?Moglie?

- No intendo proprio amica.

- Mi dispiace, non conosco questa parola

- Sono qui per questo. Vede “Amica” è una cosa diversa. È essere complici, condividere cose e entrare ognuno nella sfera dell’altro, ma senza mescolarsi.

- E cosa fanno questi amici?

- In fondo, non sono molto diversi da quelli che tu chiami fidanzati. Diciamo che si sostengono a vicenda si confidano, combattono insieme le paure, fremono per le stesse speranze, senza volere niente in cambio.

- È una cosa meravigliosa. Pensavo che non ci potesse essere niente di più bello di Amore, ma mi rendo conto che non è così. Sei bella esattamente come lui.

Amicizia sorrise soddisfatta. Ce l’aveva un’altra volta. Era tempo di andare, non vedeva l’ora di uscire e di parlare di nuovo con Amore.

- Il mio compito qui è terminato, devo andare. Ma grazie per avermi ascoltato.

- Grazie a lei, giovane passante! Sa… in un certo senso mi sento diverso. È la prima volta che sento i miei stessi battiti.

- È una cosa comune, non si preoccupi.

Amicizia gli fece l’occhiolino e percorse all’indietro le arterie, uscì dal corpo di Amore e gli tornò davanti. Lui aveva ancora gli occhi chiusi, ma sentiva che qualcosa dentro di lui era cambiato.

- Amicizia… sei qui? Cos’è questo rumore che sento dentro? Ti prego ho bisogno di te.

- Amore, sono qui. Stai sentendo i tuoi battiti.

- Battiti… sono strani, buffi. Vanno a ritmo. Ma non sono battiti normali, credo. È come se io sapessi perfettamente perché sono venuti ad esistere. Per te. Questi battiti sono per te. Il mio cuore sta battendo per te. Per te, che sei amica mia, che lo sei sempre stata.

Invidia aveva assistito a tutta la metamorfosi, e adesso guardava Amicizia con estrema ammirazione, riconosceva la sua straordinari grandezza, al pari di quella di Amore. Perfino Invidia aveva capito che quei due non esistevano più, ma, dopo l’intervento di Amicizia, coesistevano.

 

Benedetta Aridei