Maria Cristina Ricci
22 giugno 1990 - 8 settembre 2006
"...forza, gioia ed emozioni,...è quello che hai sempre dato e continui a dare, a chi ti è vicino..."
Eventi in memoria e solidarietà
Maria Cristina Ricci disegnata dalla mamma |
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ASSOCIAZIONE "AMICI DI MARIA CRISTINA RICCI" ATTO COSTITUTIVO - SOCI FONDATORI
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Poesia di Angela Ambrosini In memoria di Maria Cristina
Sarai polvere di cielo che serena ti vide fluttuare nel ricamo dei tuoi sedici anni, sarai fiamma e ombra nello sguardo di tua madre e passo tenero sulla strada sterrata che al silenzio conduce nel rintocco del vespro. Sarai pensiero e lacrima, preghiera, muto colloquio e frangersi del tempo che sottili crepe aggiogherà al tepore del solco e pane di vita darai a chi la vita t’ha dato e grata brezza il tuo nome a rinverdire ogni aurora.
"Elegia" è pubblicata in "Fragori di rotte" Edizioni Tracce Premio Letterario Nazionale "Scriveredonna 2007" e Quaderni di poesia "IL CALAMAIO" Book Editore, Collezione Minerva 2011
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Poesie di Giancarlo Corsini
Conoscevo una ragazza con gli occhi più chiari del cielo, più profondi del mare, più dolci di una goccia di rugiada, più sereni di un mattino di primavera.
Camminava in punta di piedi, per assaporare la quiete, per non svegliare il silenzio di chi vive con la pace nel cuore, perché nessuno si accorgesse della sua discreta presenza che, semmai, generava una gioia che sapeva di vero.
Ma, un giorno, il cielo cominciò a piovere piogge di lacrime amare, perché Qualcuno si era accorto di lei e voleva portarla con Lui.
Forse, pensava, era troppo in un mondo di tristi pensieri, di speranze non coltivate, di valori mai vissuti, di sentimenti non espressi in un fare che non vede il dolore di chi soffre, di chi chiama un lontano vicino, di chi spera che le parole diventino fatti, le illusioni gli amori di un tempo.
Un dolce mistero. di non abbandonarla
Dedicata a chi ha vivo nel cuore il ricordo e l'amore
IL BUIO E LA LUCE Quando il buio avvolge la notte tutto appare immobile, pietrificato, indifferente, isolato nello spazio del tempo.
L’oscurità ricopre l’allegria dei tanti colori, annulla la musicalità dei suoni, impedisce il dolce sentire, la speranza in un momento che permette ciò che sogniamo.
Gli uomini, stanchi di delusioni, riposano le proprie ansie, le personali sofferenze, i dolori che accomunano tutti.
Ma, all’improvviso, una flebile voce si alza profonda, come un tuono che attraversa un cielo sgomento, rompe il muro del silenzio, scuote l’insensibilità di un’umanità che ha perso l’amore per i sentimenti di ieri, per gli ideali di sempre, per le meraviglie che non vediamo.
La vita riprende il suo corso, allora la stessa voce, assetata di vivere, sussurra, gridando:-Perché anch’io non posso tornare tra voi?
Quel sorriso
Aperto come il volto di un bambino, sereno come un cielo di primavera era il suo sorriso che mai mancava, se poteva aiutare un’anima in pena, se accompagnava chi aveva perso la strada, se alleviava il dolore di un altro.
Il cuore rifiutava le fatue diversità, dimenticava il cruccio per un gesto non voluto, per una parola inconsapevole.
Il pregiudizio ,nemico di un solidale sentire, era il rimpianto di una vita sconfitta.
Ogni fare aveva un senso per chi teme di essere solo, per chi il futuro vorrebbe fosse il presente, per chi ricorda ciò che non ha vissuto, siccome il sogno è rimasto un passato.
La sua vita si è appesa nel vuoto di tanti che hanno tentato di vivere , con la speranza di poter compensare quel sorriso che è rimasto solo un’immagine.
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